Stepwell House

Per introdurre la narrazione dell’opera oggetto di questo scritto, è necessario volgere lo sguardo al passato e riflettere sulla Prima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Nel 1980, in occasione della Biennale, Paolo Portoghesi presenta una delle esposizioni più influenti nella storia dell’architettura contemporanea: “La Strada Novissima”. L’esposizione si sviluppa lungo le Corderie dell’Arsenale, dove venti facciate di case, dieci per lato, sono progettate da altrettanti architetti di fama internazionale. Questa disposizione offre ai visitatori la possibilità di percorrere fisicamente e sperimentare direttamente le diverse interpretazioni del postmodernismo architettonico, espresse attraverso facciate che raccontano ciascuna una propria narrazione storica. Mentre Bruno Zevi incentra la sua ricerca architettonica sullo spazio interno, per Portoghesi l’immagine dell’edificio assume un ruolo predominante rispetto alla sua conformazione spaziale. La “facciata” e lo “spazio” diventano così due temi complementari, che acquisiscono particolare rilevanza nell’opera qui analizzata, dove entrambe le dimensioni descritte da Portoghesi e Zevi, quella esteriore e quella interiore, coesistono. Il dualismo tra l’espressività della facciata e la teatralità dello spazio domestico trova espressione nel progetto Stepwell House dello studio indiano A Threshold. Fondato nel 2019 a Bangalore da Avinash Ankalge, lo studio esplora l’idea di architettura domestica come riduzione della città, integrando contesto urbano, condizioni climatiche e cultura locale, per dare vita a veri e propri “luoghi della memoria”.

A causa dell’alta densità demografica, l’architettura indiana ha sempre dimostrato una straordinaria capacità di adattarsi a contesti urbani densi e a lotti di piccole...

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